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La leggenda di Cheraman Perumal






Nell’antico stato del Malabar, oggi Kerala, che si estende dalla costa sud-occidentale del sub-continente indiano, c’era una volta una dinastia regnante chiamata Cheraman Perumals. Un’antica leggenda Brahminica racconta che i brahmini che abitavano il regno di Chera, approfittando di un dissidio tra i consigli di villaggio che allora governavano la regione con una forte maggioranza buddista, ne presero il controllo dando inizio alla dinastia dei re Cheraman. Il titolo Perumal, che significa “Dio” venne aggiunto come suffisso per elevare e legittimare divinamente la dinastia. Secondo questa leggenda ci furono 12 re nella dinastia Cheraman Perumal che regnarono tra il VI e l’VIII secolo dell’era corrente. Uno dei re di questa dinastia, Cheraman Perumal Rama Varma Kulashekhara, è il soggetto di numerosi, miti e leggende.


Il mito maggiormente diffuso tra la popolazione musulmana del Kerala recita che una sera Cheraman Perumal passeggiava nei giardini del palazzo in compagnia della sua sposa quando vide la luna dividersi in due metà per circa un paio d’ore e poi ricomporsi in un unico disco luminoso. Piuttosto scioccato da questa visione inconsueta informò i suoi astronomi affinché’ prendessero nota dell’avvenimento. Gli astronomi di palazzo non furono in grado di dare una spiegazione soddisfacente, così il re Cheraman Perumal continuò a chiedere ai numerosi mercanti che passavano di lì se avessero anche loro osservato il medesimo fenomeno da altre regioni. Finalmente un gruppo di mercanti arabi, che si erano recati a Kodungallore per chiedere al re il permesso di andare a Ceylon, l’attuale Sry Lanka, per recarsi in pellegrinaggio sulla montagna dove vennero mossi i primi passi di Adamo, il primo essere umano ed il primo profeta. Il re consentì il pellegrinaggio ed anche a questi mercanti chiese se avessero visto lo strano fenomeno della luna divisa. Uno di loro raccontò a Cheraman Perumal di come vivesse nella città di Mecca un uomo al quale Dio aveva affidato il suo messaggio per l’umanità, che quest’uomo si chiamava Mohammad e che come, sollecitato dalla tribù dei Quraish che allora controllavano la città, a compiere un miracolo per dimostrare di essere un Profeta di Dio, egli avesse puntato un dito verso la luna, che allora la luna si fosse divisa in due metà, come una della quali fosse scomparsa dietro la montagna che circondava la città, per poi ricongiungersi con l’altra metà dopo un paio d’ore.


Cheraman Perumal rimase colpito dal racconto dei mercanti arabi poiché corrispondeva esattamente a ciò che lui stesso aveva visto e decise di intraprendere un viaggio verso Mecca per incontrare il Profeta Mohammad. Quando i mercanti ritornarono da Ceylon ripassarono per Kodungallore dove il re li aspettava per aggiungersi alla carovana di ritorno in Arabia. Dopo un viaggio lungo e periglioso Cheraman Perumal giunse a Mecca ed incontrò il Profeta.


Al messaggero di Dio portò in dono dalla sua patria una giara di sottaceti misti con dei pezzi di zenzero preparati direttamente dalle mani di sua moglie, poichè accettare un'offerta di cibo è, come accettare un offerta di pace, una dichiarazione di fiducia. Il Profeta ne assaggiò con piacere e li distribuì tra i suoi seguaci.


Dal Profeta, Cheraman Perumal ascoltò la legge di Dio e si convertì alla nascente religione islamica assumendo il nome di Thajuddin. In seguito alla conversione, Thajuddin ed un gruppo di seguaci di Mohammad, guidati da Malik bin Dinar un trascrittore del Corano compagno fedele del Profeta, partì per il viaggio di ritorno verso il Kerala per diffondere nella sua terra la parola di Dio. Sfortunatamente lungo il tragitto il re si ammalò. Scrisse allora una lettera indirizzata ai suoi figli raccomandando di accogliere Malik bin Dinar e la sua gente e di dare loro tutto l’aiuto necessario per propagare l’Islam. Quando approdò a Musris (Kodungallore), Malik Bin Dinar incontrò il governatore dell’area e gli mostrò la lettera del re. Come Cheraman Perumal aveva disposto, la missione della delegazione ebbe tutte le facilitazioni necessarie per la diffusione della parola di Dio, molto prima dell’invasione islamica nell’India settentrionale. Vennero costruite numerose moschee, la prima, la Cheraman Perumal Juma Masjid venne costruita presso Kodungallore mentre il Profeta Mohammad era in vita. Nella moschea venne accesa una lampada ad olio che, continuamente rimboccata dalle offerte dei fedeli, non si è mai spenta da allora.


Cheraman Perumal morì prima di raggiungere la sua patria. Si spense nella città di Salalah mentre era prossimo ad imbarcarsi per raggiungere la costa del Kerala. La leggenda recita che il re, in punto di morte abbia pregato il suo Dio affinché’ portasse a lui un poco della sua terra natia che non avrebbe mai più rivisto e che la sua preghiera sia stata accolta. Ed è per questo che la costa del Dhofar è tanto ricca di palmeti, banani e di papaie quanto la costa del Kerala. La tomba di Cheraman Perumal-Thajuddin si trova a Salalah, circondata da alberi di banana e palme da cocco ed è ancora oggi meta di pellegrinaggio di numerosi fedeli.

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